Ha partido hacia su última misión el jefe buceador de primera clase Emilio Bianchi de la Xª Flottiglia MAS.
Prisionero de guerra de los ingleses, no aceptó el armisticio de 1943 y fue prisionero de guerra de los ingleses hasta la derrota de 1945.
L’Italia piange l’ultimo uomo siluro della Decima – Muore a 103 anni Emilio Bianchi

“Certamente essi avevano gli uomini per realizzare le imprese più ardite”.
Ammiraglio Cunningham, Comandante in capo della flotta inglese nel Mediterraneo, parlando dei marinai italiani della Decima MAS
Roma, 16 ago – Dopo 103 anni e una serie innumerevole di imprese ardite degne dei più grandi eroi, questo ferragosto 2015 purtroppo si è portato via una colonna della storia d’Italia. La Medaglia d’Oro al Valor Militare Emilio Bianchi, è morto a Torre del Lago (Lucca)ed era l’ultimo incursore dell’eroica impresa d’Alessandria dell’allora Regia Marina Italiana.
Emilio Bianchi nacque a Sondalo (Sondrio) il 22 ottobre 1912. Volontario nella Regia Marina dal marzo 1932 ed assegnato alla categoria Palombari, frequentò il Corso di specializzazione presso la Scuola C.R.E.M. del Varignano (La Spezia) ed al termine imbarcò sulla nave idrografica Ammiraglio Magnaghi, con la quale compi poi due crociere idrografiche nell’Egeo e nel Mar Rosso.
Nel 1934 imbarcò sull’incrociatore Fiume, dove conseguì la promozione a Sottocapo, e nel 1936 venne destinato al 1° Gruppo Sommergibili di La Spezia. Conseguita la promozione a Sergente nel 1937, passò ad operare nella Decima Flottiglia MAS, dando inizio all’addestramento che lo doveva poi far diventare Operatore dei mezzi d’assalto subacquei.

Nel grado di Ufficiale del C.E.M.M. prestò successivamente servizio al Centro Subacqueo del Varignano, al Nucleo Sminamento di Genova ed infine all’Accademia Navale di Livorno, terminando la carriera nel grado di Capitano di Corvetta (CS).
Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare: “Eroico combattente, fedele collaboratore del suo ufficiale, dopo averne condivisi i rischi di un tenace, pericoloso addestramento, lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini.

Noncurante della propria salvezza si rifiutava di dare ogni indicazione sul pericolo imminente, deciso a non compromettere l’esito della dura missione. Col suo eroico comportamento acquistava diritto all’ammirata riconoscenza della Patria e al rispetto dell’avversario. Alessandria, 18 – 19 dicembre 1941″
Andrea Bonazza
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